MONDIALI AMARI. L’Italietta di Prandelli si arrende e esce senza onore
Non ha mai convinto, nelle scelte nel gioco, ma tutti si sono aggrappati alla speranza di una Nazionale capace di sorprendere anche in questo Mondiale. E invece la Costa Rica prima e l’Uruguay subito dopo, hanno rispedito a casa Prandelli e gli azzurri; una nazionale che è sembrata più un’armata bracalone che una squadra di calcio. Dopo la sconfitta con i sudamericani di Cavani è esplosa la polemica nello spogliatoio, con Buffon che ha capeggiato la rivolta dei senatori contro Balotelli, colpevole secondo loro di non aver dato il massimo. Prandelli ha rassegnato le dimissioni, nonostante avesse un altro anno di contratto e Abete lo ha seguito, anticipando comunque di poco il suo defenestramento nel prossimo consiglio federale. L’italietta di Cesare è tornata a casa nell’indifferenza di una nazione talmente prostrata da non avere nemmeno la forza di contestare l’ingloriosa uscita dal mondiale brasiliano. E dire che la vittoria con l’Inghilterra aveva illuso tutto, ma sono bastate due modeste formazioni vogliose di passare il turno, per rimandare in patria Pirlo e compagni. Da dove ricominciare? Il dubbio, in un paese che ha tradito la sua idea di calcio, che non riesce più a produrre difensori all’altezza della fama di quelli italiani, che colonizzato dagli stranieri svilisce il suo vivaio, la strada della ripresa sembra in salita. Ora la prima scelta è quella del nuovo Ct, con un gruppo di pretendenti alla finestra, da Spalletti a Allegri e Mancini. Ma spunta anche l’ipotesi Capello, uscito anche lui al primo turno con la modesta Russia, che potrebbe vestire i panni del nuovo allenatore della nazionale. Ma intanto l’azzurro tenebra dell’Italia è calato sulla competizione brasiliana, e il futuro si annuncia difficile e incerto.
Pier Paolo Petino