ROGER WATERS E ALAN PARSON, LITE SUL SOCIAL. I due mostri sacri del rock discutono la questione israelo-palestinese a colpi di post
È più che noto, e non solo nel mondo del rock, l’impegno che Roger Waters – storico bassista dei Pink Floyd – profonde a favore della causa palestinese. Fervente sostenitore della teoria del boicottaggio ai danni di Israele (Waters aderisce alla organizzazione BDS, “Boycott, Divestment and Sanctions”), ha scritto più di una lettera aperta ai colleghi, come Neil Young, per sensibilizzarli all’ argomento; di recente l’ex Floyd avrebbe scritto pure ad Alan Parsons, che a suo tempo fu il mitico produttore di “Dark side of the moon”. Waters ha chiesto a Parsons, tramite un post su Facebook, di annullare il concerto fissato a Tel Aviv per il 10 di questo mese. “Ti conosco per essere un uomo di talento e coscienza, e sono sicuro che non ti è ignoto iI dramma del popolo palestinese” – scrive Waters, il quale continua – “posso immaginare quanto ti costi dare una delusione ai tuoi fan annullando lo show, ma daresti un messaggio potentissimo facendolo. Proprio come a Sun City nel 1958 (Waters fa qui riferimento al boicottaggio degli spettacoli del South African Resort), sempre più artisti stanno prendendo una posizione per dire che non faranno show in Israele fino a che la loro occupazione non finisca e uguali diritti siano estesi ai palestinesi”. La risposta di Parson non si è fatta attendere: “Apprezzo il tuo messaggio e la tua passione. Tuttavia questa è una questione politica e io sono semplicemente un artista. Io faccio musica: questa è la mia raison d’être. Tutti – non importa dove abitano, quale religione seguono e a quale ideologia aspirano – hanno diritto di ascoltare se scelgono di farlo. La musica non conosce confini, ed io neppure”.
Infine, Waters ha scritto una nota sulla sua pagina ufficiale che recita: “ Ho avuto uno scambio di mail con Alan Parson, il musicista e produttore inglese che fu guarda caso sound engineer alla EMI quando i Pink Floyd registrarono proprio là Dark Side of The Moon. Alan ha in programma un concerto di Alan Parsons Project a Tel Aviv il prossimo 10 febbraio. […] Ho scritto ad Alan per persuaderlo a schierarsi con me, Nick Mason, Brian Eno, Elvis Costello, Massive Attack, Stephen Hawking e I tantissimi artistic he, in giro per il mondo, hanno aderito al boicottaggio culturale e accademico di Israele”. Waters ha poi pubblicato in calce alla sua nota Facebook la prima lettera di Parson, poi la sua seconda missiva e infine chiarisce ai lettori che Parson avrebbe preferito rispondere in privato, manifestando comunque di non volere abbandonare le sue posizioni. Insomma, il rock ‘n’roll si fa più duro che mai, e la partita ideologica è tutta aperta.