ENNIO MORRICONE, UN RISARCIMENTO DA OSCAR! L’Academy premia tardi e male il genio italiano che ha reinventato la musica per il cinema
Ben 5 nomination agli Oscar disseminate nel corso della sua lunghissima carriera, che conta più di 500 crediti. Ennio Morricone, il maestro della colonna sonora del Novecento vince solo quest’anno, e a 87 anni suonati (è proprio il caso di dirlo!), la sua prima statuetta per una musica da cinema. L’Academy ha assegnato al compositore nato a Roma il primo novembre del ‘28, nell’ambito della ottantottesima edizione del premio a stelle e strisce, il titolo di autore della miglior colonna sonora per le musiche scritte per The Hateful Eight di Quentin Tarantino, il primo western musicato dall’era del sodalizio con Sergio Leone.
Prima, un Oscar riparatore alla carriera, nel 2007, e le cinque candidature per altrettanti capolavori della musica da pellicola come I giorni del cielo, Bugsy, Malena, ma soprattutto la perfetta sintesi de Gli Intoccabili e il tema con l’oboe scolpito per sempre nell’immaginario collettivo di The Mission, raro caso nel quale la musica per il film supera il film stesso. Ma allora perché solo adesso? Con The Mission Morricone ha agguantato un Golden Globe nel 1987, così come con La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore, nel 2000. The Hateful Eight aveva altresì già vinto un Golden Globe per le musiche e ricevuto una nomination per i Bafta all’inizio di quest’anno. Ma il riconoscimento dell’Academy arriva solo adesso, e molto, troppo dopo quello che oggi è considerato il suo lavoro più innovativo, le colonne sonore per la cosiddetta Dollars Trilogy di Sergio Leone, e vale a dire le tre iconiche pellicole Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo (le musiche per quest’ultimo titolo sono nella Grammy Hall of Fame dal 2009!), con l’aggiunta di C’era una volta il West. Il tandem composto dalla visione di Leone e la narrazione musicale di Morricone ha rivoluzionato per sempre, e provenendo da quest’altra sponda dell’Oceano, la maniera di raccontare il selvaggio West. Dario Franceschini ha twittato “un gigante del cinema di tutti i tempi ha trionfato”. E a noi pare che il noto premio americano sia tardivo e distratto, e arrivi per un lavoro (quello di Tarantino), essenzialmente derivativo, per il quale il Maestro ha lavorato con la stessa tecnica utilizzata per C’era una volta il West, vale a dire scrivendo le musiche con tra le mani la sola sceneggiatura ancora su carta e non già con le suggestioni di immagine da completare. Musiche ascoltando le quali, per parafrasare l’Amadeus della celebre pellicola diretta nel 1984 da Milos Forman, uno non può che dire “Morricone!”. E, nel caso del Maestro, somigliare tanto a se stessi è solo un bene. Soprattutto quando c’è tanto da aspettare.