ARTISSIMA. La fotografia come opera d’arte
“L’arte non ci insegna nulla, salvo il significato della vita”, così disse Henry Miller se aveva ragione lui, significa che ad Artissima, rassegna internazionale d’arte contemporanea, possiamo imparare moltissimo, non fosse altro per la mole di opere e autori con cui potersi confrontare. Artissima è una importante fiera torinese, che si terrà nel padiglione Oval (quello realizzato in occasione dei Giochi Olimpici del 2006) del Lingotto Fiere Torino dall’8 al 10 novembre (preview il 7 novembre), che offre una vetrina di largo respiro non solo sul panorama italiano della creatività, ma anche internazionale. Tante fotografie esposte, ma non solo. Ci sono opere di ogni genere e tecnica, oppure autori come Armin linke, Hans-Peter Feldmann, Yang Fudong, Santiago Sierra ed Ana Mendieta abituati ad usare la fotografia, assoluta o mischiata ad altri materiali, ed impastare le idee su supporti differenti. Gli artisti arrivano da ogni parte della Terra. Artissima infatti ospiterà 190 gallerie (130 straniere e 60 italiane), provenienti da 38 diversi paesi, di cui 12 nuovi rispetto alla scorsa edizione della Fiera, giunta al suo ventesimo compleanno. Cinque invece sono le sezioni in cui è stata suddivisa: c’è la Main Section, che ospita le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale; le New Entries, dedicata alle gallerie giovani più interessanti; il Present Future, sezione ad invito caratterizzata da stand monografici di artisti emergenti a livello internazionale; il Back to the Future, mostre personali di artisti attivi tra gli anni ’60 e ’80 selezionati da un team di prestigiosi direttori di museo e curatori; e l’Art Editions, dedicata a gallerie e altri spazi che presentano edizioni, stampe e multipli di artisti contemporanei. Sono organizzati inoltre per l’occasione premi, visite guidate, dibattiti e musei in mostra. Un modo per ragionare sulla fotografia come opera d’arte, lontano da quelle gabbie che la vorrebbero mera e semplice fotocopia dell’esistente, e scoprire come l’immagine riprende, sì, la realtà, ma quella che ciascuno si porta, a proprio modo, dentro. (ph Main Section 2013- Yang Fudong, The Evergreen Nature of Romantic Stories (5), 1999- Courtesy l\’artista e Shanghart Gallery).
Giuliana Calomino