MAMT. Museo Arti Musica Mediterraneo Tradizioni
Si scrive Mamt ma non è l’irriverente espressione che qualsiasi napoletano potrebbe pensare, ma l’acronimo del Museo Mediterraneo dell’Arte, della Musica e delle Tradizioni. Fresco di vernice, su iniziativa della Fondazione Mediterraneo presieduta da Michele Capasso, il Mamt lancia uno sguardo ampio alla storia e alla cultura popolare dei paesi che si affacciano, appunto, sul Mediterraneo. In via Depretis angolo piazza Municipio, negli spazi dell’ex Grand Hotel de Londres, il neonato museo si propone luogo di conoscenza e confronto degli usi, costumi, memorie dei paesi che si affacciano sul “mare nostrum”. Unico nel suo genere, il museo si sviluppa su 4 piani e spazia dall’arte alla fotografia, dall’architettura alle tradizioni. Nella sezione fotografia si segnalano le mostre “Bosnia. Per non dimenticare” di Alberto Ramella, “Mandiamoli a casa” di Augusto Montaruli, “Murmures” di Rima Maroun e “Syria” di Gloria Gimenez, allestite in spazi dal forte impatto scenografico. Nell’area architettura, invece, si susseguono immagini, disegni, reperti, video e ricostruzioni interattive multimediali che sintetizzano le visioni di uno spazio geografico che affonda le sue radici nella storia; sezioni specifiche sono dedicate al decano mondiale degli architetti, Vittorio di Pace con la sua “Città sognata” e la “Città interetnica” così come alle architetture mediterranee di Alvaro Siza. Ancora, sul versante musica, una “Music Hall” con un’acustica ottimale riunisce collezioni rare di musica mediterranea su vari supporti che rendono possibili ascolti unici e momenti di emozione pura. Dal Fado al Sirtaki, dal Tango al Flamenco, dal Canto di Napoli ai Classici, dalle Grandi Opere Liriche alla Musica Araba, mentre sul versante tradizioni, infine, si spigola tra gli oggetti dell’antica arte del vetro, la storia della pizza e del pane, l’arte presepiale. Perno di tutto, il “Totem della Pace” di Mario Molinari che è il simbolo del museo.
Paola De Ciuceis