“UNASTORIA” DA STREGA. Il Gruppo Fandango candida per la prima volta un fumetto edito da Coconino al prestigioso premio
I più di voi sapranno che quando nomino lo Strega posso riferirmi all’ottimo liquore prodotto dagli Alberti, oppure al più prestigioso riconoscimento letterario assegnato in Italia, e noto in tutto il mondo, a cui il liquore presta il suo nome (l’Alberti finanzia la manifestazione da quasi settant’anni).
Vinto negli ultimi tre anni dalle case editrici Rizzoli, Mondadori e Bompiani (rispettivamente nel 2013, 2012 e 2011), il Premio Strega quest’anno si troverà a valutare, per la prima volta nella sua storia, una singolare candidatura, quella di ‘Unastoria’ il fumetto di Gianni Gipi Pacinotti.
Dopo il successo riscosso al Lucca Comics 2013 con la presentazione della nuova etichetta The Box, e della sua punta di diamante firmata da Roberto Baldazzini ‘L’inverno di Diego’, il Gruppo Fandango muove un’altra mossa importante nel panorama del fumetto italiano e candida l’ultimo successo di una della case editrici del gruppo, la Coconino, al premio dedicato alla narrativa italiana.
Il brillante lavoro di Gipi Pacinotti, racchiuso in centoventisei pagine di introspezione, avventure, viaggi e storia ha superato le dodicimila copie vendute. La storia di Silvano Landi racconta le peripezie di “un uomo di oggi. Un occidentale contemporaneo che soffre senza un motivo reale” (così lo definisce Pacinotti in una delle interviste rilasciate nelle ultime settimane), un cinquantenne smarrito tra i tormenti di una fragile contemporaneità e le tracce di un passato difficile, scandito dagli orrori della Prima Guerra Mondiale, vissuto dal bisnonno. ‘Unastoria’ in lizza per il Premio Strega significherebbe non solo iniziare a riconoscere ufficialmente la potenza narrativa della nona arte, che non ha nulla da invidiare al romanzo scritto, ma anche la volontà di adeguare manifestazioni di rilievo internazionale come il Premio Strega ai cambiamenti della società e alle continue e repentine metamorfosi del lettore.
Federica Di Maio