FESTIVAL PARIGINO CIRCULATION(S). Uno sguardo sulla fotografia emergente europea

 

Finalmente largo ai giovani. Quelli bravi. In giro non ce ne sono pochi. Fotografi capaci di portare a termine lavori di ricerca ben strutturati e approfonditi. Al festival Circulation(s), fino al 16 marzo al Centquatre di Parigi, ce ne sono 44, artisti emergenti europei, chiamati a raccontare un pezzo del Vecchio Continente.

Con oltre 25mila visitatori l’anno, la kermesse rivela nuovi talenti e propone un dialogo creativo tra le diverse culture europee, incoraggiando gli scambi artistici. All’evento hanno collaborato anche Gai (Giovani Artisti Italiani) e il festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia, membro della giuria di questa edizione. Sì, perchè Circulation(s) è anche un premio, che in associazione al social network www.wipplay.com, incoronerà i vincitori di quest’anno.

Tra le proposte, molte differenti tra loro, sono interessanti i reportage del francese Thomas Rousset che con la serie “Prabérians” mescola elementi reali con altri fantastici, costruendo un mondo del tutto singolare; del belga Pierre Liebaert con il progetto “Macquenoise”, che racconta di una madre e dei suoi figli, raccogliendo brevi squarci di intimità e unendoli a macabre istantanee di un universo fatto di uomini assorti e animali sfiniti, di pulcini stecchiti e di letti sfatti.

Segue la scia di inquietudine anche il lavoro della finlandese Erica Nyholm “A Room Of One’s Own”, c’è qualcosa di fortemente conturbante in quelle atmosfere ghiacciate che arrivano direttamente da alcuni film di Kubrick. Un tono più leggero invece ha la serie “Bridegrooms?” dell’ucraina Marina Poliakova che fotografa uomini nudi in mezzo alla natura, con pose classicamente femminili. Oltre ad essere fatto bene, è molto ironico.

Di autori italiani invece ce ne sono due: Massimiliano Gatti che con “Lampedusa or the extended desert” immortala oggetti perduti dai migranti nel tentativo di raggiungere l’isola, avvolgendoli in un bianco tra il pubblicitario e il museale; e Anna Lisa Brambilla che in “My Star Wars Family” tratta il tema non nuovo dell’autismo, ma con delicata poeticità. Alcune inquadrature sono geniali. Ci sono infine da segnalare le opere dell’inglese Todd Antony che in “Sun City Poms” mostra i ritratti di alcune abitanti della città americana di Sun City, dove l’età media è di 73 anni. Qui un gruppo di pensionate hanno formato una loro squadra di cheerleaders. Anche se la post-produzione è un po’ calcata, è funzionale per rendere l’effetto posticcio e avulso dal realismo della “copertina di giornale”.

Dal mondo del porno arriva invece Uroš Abram, sloveno, che in “Sexy East” affronta un soggetto trito e ritrito ma con un tocco di domesticità molto piacevole. Spiazza per motivi differenti infine il francese Zacharie Gaudrillot-Roy con “Façades” ch riprende una città fatta solo di facciate di palazzi. L’effetto è straniante.

Non so voi, ma io da questa ventata di aria fresca mi sento rinfrancata.

Giuliana Calomino

Info: http://www.festival-circulations.com/

 

Giuliana Calomino
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. (da Demian di Hermann Hesse).

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