SANREMO 2014. Stravince Rocco Hunt e prosegue la fiera dei Big, provando a indovinare il podio

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Nel mezzo del cammin del Festival numero 64 ed oltre: la gara dei big di Sanremo 2014 si ferma per la serata del venerdì 21, quella del “Sanremo Club”, che sintetizza in se il premio del club Tenco per la canzone d’autore e vede i 14 big in gara proporre da soli, oppure in duetto con super-ospiti, i grandi classici della canzone italiana di ogni tempo, come vi abbiamo già anticipato nel precedente contributo.

La iniziale rosa degli otto giovani si è così progressivamente ridotta a quattro finalisti: mercoledì sera, fuori Bianca e Filippo Graziani, restano l’intrigante “Babilonia” di Diodato e la intensa e giustamente vintage “Senza di te” con uno splendido testo certamente apprezzato dalla Giuria di Qualità. Giovedì 21 invece escono Vadim e Veronica De Simone; a proseguire la gara le due fortissime proposte di Rocco Hunt, il rapper salernitano che canta l’orgoglio della terra che non è solo dei fuochi con “Nu journo buono”, e soprattutto la splendida proposta di The Niro, la più riuscita, forse, dell’intero festival (e quella per la quale facciamo il tifo): “1969” ha l’arrangiamento electro-obliquo al quale ambivano, forse, tra i big la coppia Gualazzi/The Bloody Beatroots e gli indie Pertubazione, e il testo coraggioso col ritornello che ripete senza pudore “Stati Uniti mai più”. Stravince Rocco Hunt: “stasera non ho vinto io, ha vinto la gente. Siamo la terra del sole, non la terra dei fuochi”. Premio critica Sala Stampa Lucio Dalla a Zibba.

Anche la gara dei campioni entra decisamente nel vivo, ed è recentissima la notizia che il raffinato autore Riccardo Sinigallia e la sua bella ballad “Prima di andare via”, sorprendentemente preferita, nell’ambito della scrematura di mercoledì 19, a “Una Rigenerazione”, più Sanremese con l’arrangiamento anni Ottanta che ricordava Enrico Ruggieri, viene eliminata perché già eseguita nell’estate 2013, violando così il regolamento che consente la gara esclusivamente a pezzi inediti. L’etichetta di Sinigallia, la Sugar di Caterina Caselli, ha tempo durante la giornata di sabato 22 per presentare ricorso, ma le indiscrezioni sembrano confermare che la label rinuncerà.

LA FIERA DEI BIG
Il festival di Sanremo è soprattutto la vetrina di tutto il live che verrà, perché la musica la tengono su i concerti, non dimentichiamolo. Ed è allora in questa chiave che è possibile leggere la classifica dei big a giovedì 20 febbraio, parziale perché composta dal solo 25% dei voti del pubblico, al quale sabato 22 si aggiungerà il secondo 25% dal televoto e il restante 50% dei voti della Giuria di Qualità. Il podio, composto dal primo Francesco Renga e la sua «Vivendo adesso», dalla seconda Arisa con «Controvento» e dal terzo Renzo Rubino con «Ora», consacra sostanzialmente Arisa ad artista trasversale e “redditiva”, capace di riempire teatri e ancor più piazze, soprattutto quelle del sud; il televoto la incenserà perciò ulteriormente, mentre dalla Giuria di Qualità si attendono sorprese. Il bel Francesco Renga è invece un habitué del Festival e della “spintarella” che sa dare alla futura stagione in tour, e addirittura spera di fare il primo, mentre Renzo Rubino si iscrive nel fortunato solco tracciato dal campione d’incassi Marco Mengoni. Al quarto e quinto posto Perturbazione con «L’unica» e Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots con «Liberi o no», le due promesse indie solo parzialmente mantenute: la canzone dei Pertubazione è il racconto di una educazione sentimental-sessuale narrato e cantato davvero troppo timidamente per essere credibile; Gualazzi impone voce piano e (Il solito?) gospel e l’electro touch dell’uomo mascherato che ha composto nientemeno che con Paul McCartney si percepisce appena. Il figlio di Faber, Cristiano De André, si assesta al sesto posto con «Il cielo è vuoto», veleggiando verso un destino di stabile nicchia d’autore (teatri, pochissimo sud), mentre si progetta probabilmente un importante seconda chance nel music business per Giusy Ferreri (settimo posto) che con «Ti porto a cena con me» affronta il festival con una traccia elegante dall’arrangiamento insieme equilibrato e sexy, che valorizza la sua voce che canta cose femminilissime, come il verso d’inizio: “Ti porto a cena con me/Il tuo passato non è invitato”. La veterana Antonella Ruggiero con «Da lontano» è solo all’ottavo posto, ma è dietro l’angolo il “Vo’ on the Folks”, il festival di Brendola che raccoglie il meglio della etno-music italiana ed internazionale e “Universi Diversi”, concepito e suonato col sassofonista e jazz world music Maurizio Camardi, virtuoso pure dei fiati etnici come il duduk. La super-favorita dalla rete Noemi con «Bagnati dal sole» è per il momento soltanto al decimo posto, e la sua canzone nutre il sospetto che il recente trasferimento a Londra sia risultata più utile a costruire il look post-punk che i suoni nuovi, che in realtà ricordano quelli dei Gossip della straordinaria Beth Ditto e pure quelli dell’altrettanto rossa Florence Welch (quella di Florence + The Machine), di fatto ascoltabilissime anche nel Belpaese. Tuttavia Noemi-Veronica Scopelliti funziona ed è amata da pubblico e colleghi: è inoltre in arrivo la presenza in giuria nell’edizione 2014 di The Voice of Italy, che saprà garantirle in via definitiva un’estate zeppa di concerti. Saltato il decimo posto dell’escluso Sinigallia, si continua con Francesco Sarcina, orfano de Le Vibrazioni e della loro grinta, con «Nel tuo sorriso»; un Giuliano Palma troppo simile a se stesso ma sempre amatissimo nei live, soprattutto quelli nella patria materna Napoli (e che alla serata Club di venerdì ha swingato infatti Pino Daniele di “I say I’ sto ccà), con «Così lontano»; è penultimo Ron con «Sing in the rain» e ultimo Frankie Hi Nrg Mc con «Pedala», lontana anni luce dai fasti di “Quelli che Benpensano” e in parte campionata da “Golden Hen” del re del dancehall anni ’80 Tenor Saw, come ha messo prontamente in luce Federico Vacalebre per Il Mattino. Tentare adesso un podio? Il primo posto al super-favorito Renga, il secondo ad Arisa, per il terzo l’attesa scalata di Noemi. E Renzo Rubino, dopo il premio per il miglior arrangiamento, non della traccia in gara ma della scartata “Per sempre e poi basta”, potrebbe rimontare al quarto.

Rosa Criscitiello

Rosa Criscitiello
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita. (Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009).

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