ANDY WARHOL: VETRINE. A Napoli 180 opere dell’artista americano a cura di Achille Bonito Oliva
Sarà perché è dedicata al famoso artista americano padre della pop art, sarà perché è stata ad ingresso gratuito per i primi tre giorni di esposizione (per benevolenza di uno degli sponsor, Ferrarelle, che ne ha voluto offrire il biglietto al pubblico), sta di fatto che “Andy Warhol: Vetrine” ha finalmente donato a Napoli l’ebrezza di interminabili code di gente in attesa di entrare. Addirittura sotto la pioggia. Chissà che non sia un buon inizio, del resto, non è la prima volta che una mostra sia gratis. Intanto, curiosi e appassionati possono cogliere l’occasione e fare un salto al Pan Palazzo delle Arti Napoli (via dei Mille 60) di vedere o rivedere Warhol nella rassegna a cura di Achille Bonito Oliva che riunisce 180 opere tra quelle che raccontano il rapporto che legava l’americano alla città dove, negli anni ’70, è stato più volte su impulso del gallerista Lucio Amelio e di Mario Franco. In esposizione sino al prossimo 20 luglio, per l’organizzazione di Spirale d’idee in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e in partnership con E.A.C. Electronic Art Café, con il supporto di Jaguar Land Rover, di Ferrarelle, di DMG, dunque, Warhol torna a Napoli. In un percorso che si snoda attraverso una galleria di “ritratti” dei personaggi noti della città che l’artista ebbe modo di conoscere durante le sue visite in Italia, tra questi Graziella Lonardi Buontempo, Ernesto Esposito, Peppino di Bernardo, Salvatore Pica, e naturalmente Joseph Beuys; le vedute partenopee delle sue “Napoliroid”, il monumentale headline work, Fate presto, tratto dalla prima pagina del Mattino del 23 novembre 1980 che titolava sul terremoto d’Irpinia. E, ancora, la serie dei “Vesuvius” e quella di “Ladies and Gentlemen”, i disegni realizzati dall’artista a partire dalle fotografie di Wilhelm von Gloeden; l’altra storica serie Marilyn del 1967 e quella firmata nel 1985 da Warhol con la scritta «questa non è mia» (Marilyn this is not by me). In più, testimonianze delle sue numerose collaborazioni con case discografiche, cantanti e gruppi musicali, firmando cover assolutamente rare già alla fine degli anni degli anni 40 e altre presto entrate nella storia del rock.
Paola de Ciuceis