A RAVELLO. La scultura di Tony Cragg
Tra villa Rufolo e le terrazze panoramiche dell’auditorium Oscar Niemeyer, quest’anno, saranno le opere dello sculture inglese Tony Cregg ad aumentare il fascino della già straordinaria scenografia naturale del Festival di Ravello. Dopo il successo di pubblico e di critica suscitato lo scorso anno dalla personale di Mimmo Paladino, il comitato artistico riprende e ripete l’idea di una mostra di scultura coinvolgendo, appunto, Cregg. A cura di Flavio Arensi, l’esposizione propone 12 monumentali sculture che dialogano con le architetture ed il paesaggio di Ravello. Un percorso di forme plastiche che ha inizio nei giardini di villa Rufolo dove lo spettatore è accolto, proprio sotto la monumentale torre d’ingresso da
“Wild Relatives”, una della più note composizioni di Cragg (due volti che si incontrano e diventano una sorta di vortice) e prosegue nel chiostro moresco dove incontra, invece, “Outspan” che, con il suo colore giallo acceso, illumina la pietra dell’edificio; sul belvedere, poi, tre grandi colonne in bronzo: “Ever after”, “Accurate Figures” e “Runners” che incantano il pubblico nel loro perfetto equilibrio fra il verde della villa e l’orizzonte azzurro. Il viaggio incantato alla scoperta dei luoghi di Ravello scanditi dalle sculture di Tony Cregg continua, dunque, nella antica sala da pranzo della villa, con l’opera “Cauldron” (“Calderone”) e trova conclusione nella vecchia cappella, dove campeggia “Congregation”, la grande nave uncinata con la quale lo scultore rende omaggio al mare ed esprime al meglio la sua ricerca tesa all’analisi della forma attraverso il movimento e la luce con l’impiego di materiali anche non tradizionali. Cinque, quindi le sculture sulla terrazza dell’auditorium che giocano con le forme rotonde dell’edificio e gettano uno sguardo sulla ricerca artistica condotta da Cregg nell’ultimo quindicennio.
Paola de Ciuceis