BOB DYLAN. A Bologna in mostra la storia del rock
La galleria ONO arte contemporanea di Bologna presenta Bob Dylan: ‘LIKE A ROLLING STONE’ (14 maggio-13 giugno), una retrospettiva che ripercorre i primi anni della carriera di Bob Dylan attraverso le immagini di tre tra i più importanti fotografi che lo hanno immortalato: Barry Feinstein, le cui opere sono presentate per la prima volta in Italia, Joe Alper e Tony Frank. A questi si aggiungono le opere grafiche di Bob Masse, che lavorò alle locandine dei primi concerti di Dylan, oggi conservate come pezzi rari.
Negli anni ’60 Bob Dylan lascia un segno indelebile nella cultura popolare del ventesimo secolo. È il periodo della contestazione contro la guerra in Vietnam, della lotta per i diritti civili dei neri, delle lotte sociali per il lavoro e della liberazione sessuale. Nel 1963 Dylan suona con Joan Baez, allora sua compagna, alla marcia su Washington, dove assiste allo storico discorso di Martin Luther King. Nello stesso anno esce l’album “The Freewheelin’”, e “Blowin’ in the wind” diventa un vero e proprio inno di protesta.
Il 1965 è l’anno della svolta “elettrica”: per la prima volta Bob Dylan sale sul palco con una band e una chitarra elettrica. Il pubblico non la prende bene e lo fischia, ma nello stesso anno il nuovo singolo “Like a rolling stone” scala tutte le classifiche.
Sullo sfondo di questi anni, segnati da un fermento artistico senza precedenti nell’America del dopoguerra, si stagliano le foto di Feinstein, Alper e Frank. Alper ritrae un Dylan giovanissimo, dai tratti ancora adolescenziali, che presentava le sue prime canzoni sul palco del Cafè lena, una storica coffe house nello stato di New York. Frank e Feinstein, invece, catturano l’icona, quella che sfuggiva ai fan urlanti, si beffava dello star-system e rifiutava anche l’etichetta di artista impegnato: capelli arruffati, ray-ban scuri, sigaretta e/o armonica, pressochè immancabile. Inoltre, per la prima volta in italia gli scatti di Feinstein che documentano il tour inglese del ’66, passato alla storia come uno dei migliori live di sempre.
Piera Boccacciaro