CAPITA SOLO A NAPOLI. Pino Imperatore, Nando Mormone e le migliori battute comiche napoletane
Un’antologia della comicità partenopea. Capita solo a Napoli (edizioni Mondadori) è l’ultimo libro di Pino Imperatore scritto a quattro mani con Nando Mormone, tra gli autori della fortunata trasmissione tv di Rai2 “Made in sud”. Da Totò a Troisi sino a Siani l’autore di “Benvenuti in casa Esposito” traccia un percorso interessante sulla “battuta napoletana”. Il modo di far ridere all’ombra del Vesuvio infatti è particolare, unico e universalmente conosciuto come spiega l’autore stesso.
Come nasce Capita solo a Napoli?
Da un progetto che io e Nando Mormone, patron di “Made in Sud”, avevamo in mente, e dalla volontà della casa editrice Mondadori di realizzarlo. L’antologia è un omaggio all’immenso patrimonio comico e umoristico di Napoli e ai tanti artisti partenopei che in tutte le epoche hanno contribuito a rendere unica, nella nostra città, l’arte della risata.
A proposito di “Made in Sud”, cosa pensi del successo di questo programma televisivo?
Ne sono strafelice, anche perché un forte rapporto di stima e amicizia mi lega a tutti gli attori e autori impegnati nel programma. “Made in Sud” rappresenta una terza via rispetto alle trasmissioni comiche prodotte negli ultimi decenni a Roma e a Milano ed è il naturale completamento di un processo di crescita artistica avvenuto a Napoli nel periodo del “post Troisi”.
Quali sono le caratteristiche dell’umorismo partenopeo?
Il compianto Marcello D’Orta diceva che la risata cela spesso l’amarezza. È proprio così, soprattutto a Napoli, città che più di ogni altra al mondo associa la risata all’emozione e alla riflessione. Come io e Mormone abbiamo scritto, l’ironia napoletana è caratterizzata dalla saggezza: il suo scopo è di neutralizzare le piccole e grandi sventure della vita. E Napoli di sventure ne ha vissute e ne vive tante, purtroppo.
Hai ideato e fondato a Napoli il Laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campanile”. Come si individua un talento della scrittura comica?
Io e Edgardo Bellini, che mi affianca nella conduzione del Laboratorio, riusciamo subito a capire se ci troviamo di fronte a un talento: battuta pronta, ottima padronanza del linguaggio, capacità innata di manipolare le parole, voglia di divertirsi e di divertire. A quel punto ce lo “coltiviamo”, fornendogli gli strumenti necessari per poter produrre testi efficaci. Senza tecnica, il talento si disperde.
Benvenuti in casa Esposito è ormai un cult, in libreria e a teatro. Qual è la chiave di questo successo?
L’originalità dell’idea, la promozione, il passaparola fra i lettori e gli spettatori, il desiderio di far ridere ma anche di far pensare. E poi tanti, tanti sacrifici, ricompensati dalla fortuna di poter proseguire questo fantastico viaggio insieme a straordinari artisti che hanno creduto fin dall’inizio nel mio progetto e mi hanno sostenuto; primi fra tutti, Alessandro Siani e Paolo Caiazzo.
Cosa bolle in pentola?
Tante cose. La più imminente è ormai sulla rampa di lancio: il 6 maggio uscirà il mio nuovo romanzo, Questa scuola non è un albergo, edito da Giunti. È tragicomico come Benvenuti in casa Esposito e Bentornati in casa Esposito ed ha per protagonista uno studente napoletano diciottenne, Angelo D’Amore, che spero entri subito nel cuore dei lettori. Vi aspetto in libreria!
Enrica Buongiorno