CARO EMERALD. Suoni electro-swing ricordando il Trio Lescano
Il look retrò sembra evocare ben altre suggestioni dritte dritte dai Paesi Bassi: pensiamo alle tre sorelle Leschan, tutte nate tra L’Aja e Gouda, miracoloso prodotto vocale Parlophon/Cetra, noto ed amato in Italia, tra il 1936 e il 1946 col nome di Trio Lescano. Con le tre olandesine d’Italia, tuttavia, Caro Emerald ha in comune più che altro, lei trentaduenne nativa di Amsterdam, i proverbiali tuli tulipan, le acconciature plastiche ed i mat lipstick amaranto: la vocalist nederlandese, infatti, gioca almeno una decade avanti i tre usignoli Lescano e propone, voce sola forgiata dallo studio conservatoriale del jazz, i colori sonori dello swing e del jazz che abbracciano volentieri e con illuminata leggerezza le campionature d’archi tangueri, come accade nel singolone dell’estate 2013 Tangled Up, oppure la rumba carososiana dell’estratto A night like this, dal primo album della performer nederlandese. Fuori dal 3 maggio 2013 in Europa ed ancora con la Grandmono Records, col nuovo The shocking miss Emerald la signorina Caroline Esmeralda van der Leeuw, commistione di sangue batavo e latino, prova a bissare il successo del primo Deleted Scenes From The Cutting Room Floor, del 2010: e se in Italia il disco di debutto ottenne il definitivo lasciapassare verso l’affezione del pubblico ed il successo grazie anche a (Vivere) Riviera life, traccia uscita nel 2011 e cantata in duetto con Giuliano Palma e parzialmente in italiano, col nuovo album Caro Emerald suona ancora più jazz (e qualcuno pensa che dovrebbe ulteriormente rincarare la dose, il controllo della voce è conturbante e magistrale), più cinematografica, la bocca vermiglia che balena dalla falda larga dei cappelli, i tubini strizzati dal decolté al ginocchio. La conturbante signorina Emerald canta su drum machine a pulire suoni sempreverdi, trova spazio per il dramma à la Black Dahlia di Black Valentine, omaggia la strumentalità più squisitamente oldie di Paris, e ci ricorda che nella terra dei tulipani è un pezzo che fanno le cose per bene in fatto di musica.
Rosa Criscitiello