CHAMPIONS AMARA PER GLI AZZURRI. Il Napoli e i fantasmi di Londra
Il Napoli vede i fantasmi a Londra e affonda sotto i colpi di un Arsenal ordinato, intenso ma non trascendentale. La notte di Champions restituisce una squadra ridimensionata, con lacune sempre più gravi in zone cruciali del campo (il centro della difesa su tutte) ma anche priva dello spirito giusto per affrontare una competizione europea. I gol di Ozil e Giraud hanno letteralmente spezzato le gambe ai partenopei, incapaci di reagire e a tratti annichiliti dal gioco degli inglesi. Meglio il secondo tempo ma, complessivamente, il Napoli non è riuscito mai a impensierire l’Arsenal, cercando la conclusione solo con tiri dalla lunga distanza mai pericolosi. L’analisi di Benitez, a fine gara, parte dall’assenza di Higuain (pericoloso identificare già un giocatore dal quale non si può prescindere), ma passa anche per “i troppi regali fatti”, errori che a livello internazionale si pagano caro. Ma oltre alla sconfitta in Champions ciò che preoccupa è il rendimento di Hamsik, che per la terza patita di fila non è stato incisivo, a tratti evanescente, mai capace di puntare l’uomo o di fare la differenza sulle trequarti del campo. O ancora l’evidenza di una scarsezza di risorse al centro della difesa dove Britos continua a regalare prestazioni ampiamente sotto la sufficienza e Albiol, mandato in campo con evidenti problemi fisici, affonda insieme al resto del reparto. Dove Zuniga, appena confermato per i prossimi cinque anni, gioca una delle sue peggiori partite da quando è a Napoli e Mesto ricorda a tutti le sue origini e la caratura di calciatore, assurto a top-player solo grazie a una battuta di Benitez in diretta televisiva. Discorso a parte merita Insigne, caduto nella trappola di Wenger che, avendo compreso lo spirito del giovane azzurro, lo ha definito alla vigilia del match “un genio”, caricandolo di una responsabilità di cui si è portato il peso addosso per tutta la partita. Per anni, con Mazzarri, si è detto della mancanza di esperienza a livello internazionale, argomento su cui ha indugiato anche il bravo ma poco accorto telecronista di Sky, che non ha evidenziato come il Napoli di De Laurentiis abbia già giocato sia in Champions che in Europa League e che, mai come quest’anno, è infarcito di tesserati che competizioni di questo tipo le hanno anche vinte. Messo da parte l’alibi della “esperienza” cosa resta? Di sicuro l’evidenza di una rosa che in Italia può essere competitiva ma che in Europa, se non si corre ai ripari, continuerà a faticare, specialmente quando giocherà lontana dal “San Paolo”.
Pier Paolo Petino