FESTIVAL DI CANNES. Noi tifiamo Alice… e le sue meraviglie!

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Si spengono le luci sull’edizione numero 67 del Festival di Cannes (mentre scriviamo mancano poche ore al verdetto finale). Non è stata un’annata eccezionale per il concorso ma, si sa, non tutte possono essere indimenticabili. Il 18 maggio però, un’unica opera italiana nella selezione ufficiale, Alice Rohrwacher, classe 1981, ha presentato ‘Le meraviglie’, nei cinema italiani dal 22. La prima meraviglia è stata un applauso lungo 12 minuti che ha accompagnato in sala i titoli di coda del film della giovane regista che a stento ha trattenuto le lacrime, sorella della più celebre attrice Alba, protagonista del film con un’altra italiana, la sempreverde Monica Bellucci che ha incantato il red carpet con una nuova sensualità arricchita da qualche ruga che non intende correggere.

Dopo ‘Corpo celeste’, presentato sempre sulla Croisette tre anni fa, questa è la storia, ancora una volta declinata al femminile, semplice, «che racconta della campagna, dell’amore un po’ bizzarro tra un padre e le sue figlie, di figli maschi mancati, di animali e fate che abitano nella televisione. E’ un film che è accaduto dopo il sessantotto. E’ un film dove si parla in viterbese ma quando ci si arrabbia si risponde in francese e tedesco. E’ anche una fiaba», come racconta la stessa Alice.

Protagonista è Gelsomina, adolescente giudiziosa, sempre pronta ad aiutare il padre apicoltore anche nei lavori più faticosi, che però si incanta davanti all’immagine della protagonista di uno spot pubblicitario vestita come una fata (Monica Bellucci) e comincia a sognare un’altra vita.

«Essenzialmente – continua la regista – è un racconto sul perdono, sulla tenerezza, ed anche sulla sconfitta. Non ci sono buoni o cattivi, ma solo due possibilità: proteggersi o esporsi, e chi si espone – come ciascuno a modo suo ne ‘Le meraviglie’ – spesso fallisce. Credo sia importante ritrovare la tenerezza perduta verso se stessi e chi ci circonda, incluso forse il nostro Paese così incasinato: la proposta del film è di riappropriarci di una certa pace che risolva i contrasti. Per questo non ci sono gloria o rabbia, esaltazione o indignazione, semmai c’è molto sacrificio. E il lavoro è anche metafora di questo».

Comunque andrà, la ‘meraviglia’ è che siamo di fronte a un’autrice, giovane e vera. La notizia è questa.

Sito web // http://lemeraviglie.mymovies.it/

Il Trailer // http://youtu.be/-AIHVBjHP_Y

Martina Caldo

Martina Caldo
Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.

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