#FOODPORN. Riuscite a identificare questi 98 cibi tagliati a cubetti, in perfetto stile design?
Nell’anno dell’Expo di Milano, il cui tema è “Nutrire il pianeta”, non è ben chiaro quali siano le proposte per uno sviluppo sostenibile dell’industria agroalimentare e un’equa distribuzione del cibo; in compenso, ciò che appare lampante è l’interazione sempre più stretta tra cibo e design. E la food-photography gioisce.
Il cibo – gourmet, s’intende - è diventato di moda, surclassando perfino le modelle. È diventato protagonista indiscusso dei social-network: sul web si trovano più “foto gourmet” che foto di moda, grazie alla campagna di advertising totalmente spontanea e gratuita, proveniente “dal basso”, di cui noi stessi siamo, insieme, promotori-testimonial-protagonisti e consumatori, nel momento in cui scattiamo una foto al cibo e la condividiamo (liddove l’adv di moda funziona ancora nel modo “classico”: comprare uno spazio pubblicitario sul web o sui giornali). Una rivoluzione del linguaggio pubblicitario.
A cogliere subito lo spirito dei tempi è lo studio Lernert&Sander, due creativi che si occupano di adv e commercials per numerosi brand e organismi internazionali, ma anche di installazioni, graphic e web design, oltre a film, documentari e fotografia tout court.
Questa foto è stata pubblicata sul giornale danese “de Volkskrant”, e ora viene stampata in edizione limitata (50 copie) su carta baritata, in formato 40×50 cm, acquistabile direttamente sul sito dei due artisti.
98 tipi diversi di cibo crudo tagliati in cubetti di 2,5cmx2,5cm. È la concept-minimal art che incontra il design, tenendo ben presente il commercial. Il cibo come estetica implica la reificazione dell’arte, che da Andy Warhol a Maurizio Cattelan ha stimolato le più diverse sperimentazioni e riflessioni sull’ontologia dell’arte in un contesto completamente mutato. L’estetica del cibo è anche un riflesso inevitabile dei modi di produzione del liberismo avanzato, tra grandi corporation, startup e società no-profit, che hanno trovato proprio nel settore della sostenibilità dello sviluppo un nuovo campo d’investimento finanziario.
Piera Boccacciaro