FOTOGRAFIA. A Roma il Festival Internazionale
Togliere, invece che aggiungere. In fotografia è la lezione dei grandi maestri. Spogliare l’immagine di tutti i fronzoli, vuol dire aumentarne l’estetica e il significato. Una riduzione che contempla l’essenza. Non a caso è la “vacatio” il tema indagato quest’anno dal Festival Internazionale di Roma di fotografia. Dal 5 ottobre fino all’8 dicembre, la Capitale si riempirà di questa “assenza”, non solo al Macro, museo d’arte contemporanea, ma anche con mostre disseminate per tutta la città. Un argomento immerso nel suo tempo e che parla non solo dell’accumulo eccessivo, di cui è malato questo mondo, ma anche del momento di crisi che sta attraversando. È un ragionare su come alleggerire i pieni e in che modo colmare i vuoti , “su cosa ci manca e di cosa sentiremo la mancanza”: “L’inversione di tendenza – scrive Marco Delogu, il direttore della rassegna- è rappresentata dal sancire in via definitiva l’importanza del fotografo sul soggetto fotografato per ricostruire un tessuto forte della fotografia d’autore, ricominciando a lavorare sulle singole identità, lottare per la secca estetica di ognuno di noi, la profondità”. Un racconto individuale, dunque, ma insieme corale, a cui parteciperanno i protagonisti più rappresentativi della scena internazionale del 2013, tra cui: Patrick Faigenbaum, nominato a giugno vincitore del prestigioso premio Henri Cartier Bresson; Adam Broomberg & Oliver Chanarin, vincitori del Deutsche Prize a Londra nel giugno 2013; le personali di due grandi fotografi italiani come Paolo Pellegrin e Guido Guidi; l’omaggio a Gigi Giannuzzi e alla sua casa editrice Trolley Books; Tim Davis, a cui è stata affidata l’XI edizione della Commissione Roma, il grande lavoro annuale sulla città che ha visto coinvolti, tra gli altri, autori quali Josef Koudelka, Martin Parr, Graciela Iturbide, Alec Soth, Guy Tillim e lo scorso anno Paolo Ventura. Anche le opere di Tim Davis realizzate per la Commissione Roma entreranno a far parte della collezione permanente del Museo. In programma inoltre sette lecture che coinvolgeranno, tra gli altri, Patrick Faigenbaum, Guido Guidi, Michael Mack, Leo Rubinfien e Jeff Wall. Al festival inoltre partecipano circa 200 fotografi, sono esposte più di 2.000 fotografie e previste oltre 100 tra mostre, lecture, book signing, concorsi, letture di portfolio, workshop e uno spazio dedicato all’editoria indipendente e self-published. Nei tarocchi c’è una carta che assomiglia a questa edizione del Festival nelle intenzioni, è la carta dell’Eremita. Rappresenta un viandante, vestito di una semplice tunica, che regge una lanterna illuminata. Simbolo dello spogliarsi dell’inutile, dell’inessenziale, perchè solo attraverso esso è possibile trovare la propria verità.
Il programma completo del Festival con aggiornamenti quotidiani è disponibile su http://blog.fotografiafestival.it/
Giuliana Calomino