HAI PAURA DEL BUIO. Gli Afterhours presentano il loro contenitore multiarte, a suon di cultura contro la crisi.
“Ci prendiamo le nostre responsabilità sulla cultura. Sulla quale si fonda ogni azione dell’individuo nel corso della propria vita.” Dichiara così uno stralcio del manifesto programmatico di Hai paura del buio, festival delle arti italiane resistenti ideato da Manuel Agnelli, monumentale frontman degli Afterhours, e presentato lo scorso 30 agosto 2013 alla decima edizione del Traffic Festival di Torino, nella forma di un happening lungo quasi un giorno intero, prima tappa di un mini tour di soli tre appuntamenti, che toccherà dunque ancora Roma il 13 settembre e Milano il 30 ottobre. E parte da lontano il cammino di responsabilità, per non dire di militanza ampiamente culturale, di Manuel e dei suoi: dall’invenzione dell’itinerante Tora Tora, antesignano di tutti i contenitori dell’indie italiano, alla operazione che ha portato alla nascita della compilation-monitor della scena alternativa italiana Il Paese è Reale, proprio a partire dalla partecipazione della band alla 59ª edizione del Festival di San Remo con un brano intitolato come la compilation, che sarà poi premio Mia Martini della critica, a conferma della capacità di trasversalità e sintesi della realtà di Agnelli e dei suoi. Hai paura del buio farà spazio, oltre che alla musica, anche a teatro, danza, cinema, poesia, fumetto, pittura e arti visive all’insegna della contiguità dei linguaggi e della strenua volontà di fotografare e dare voce alla vitalità del presente nel Paese Reale, il quale, per il frontman di Milano e la sua band, ha assunto spesso le sembianze, soprattutto negli ultimi due anni, dei nuovi luoghi della cultura resistente, i teatri occupati come il Coppola di Catania, il Garibaldi di Palermo, il Valle di Roma; e l’immancabile centro sociale Angelo Mai di viale delle Terme di Caracalla, seconda casa della band lombarda, che un teatro non è e non fu, come tiene a precisare lo stesso Manuel, ma è forse il posto occupato, dal punto di vista culturale, più rappresentativo di questa tellurica, preziosa spinta nel Paese, reale e non solo.
Rosa Criscitiello