I LOVE YOU. Esponi la foto come stendi il bucato
Nel cuore della Napoli antica, dove il bucato giornaliero fa bella mostra di se tra un palazzo e l’altro per quell’antica abitudine tutta partenopea di stendere i panni su fili montati da una finestra all’arte, con analogo sistema è esposta l’installazione “I love you” di Virginia Ryan: 1000 fotografie che raccontano la vita, gli usi e i costumi, le tradizioni africane di Grand Bassam, città di mare della Costa d’Avorio tra quelle patrimonio dell’Unesco. Appese con le classiche mollette, le immagini scorrono da una parete all’altra della galleria 1 Opera, lo spazio – diretto da Mariano Ipri, Giuseppe Ruffo, Pietro Tatafiore cui si deve la cura della mostra – nel quattrocentesco palazzo Diomede Carafa a San Biagio dei Librai. Gli scatti, che provengono dagli studi fotografici di Grand Bassam, sono stati acquistati dalla Ryan per salvarli dal macero e vogliono essere un tributo alla storia e alla cultura della città oltre che alla memoria e ai cambiamenti della società di quest’antica capitale coloniale africana. L’antica abitudine di andare nell’atelier del fotografo per stigmatizzare gli eventi importanti della vita o per immortalare nascite, matrimoni, viaggi e quant’altro fosse memorabile, si è andate esaurendo con l’avvento del digitale. Di conseguenza, con la chiusura delle botteghe fotografiche, addìo ai ricordi su carta. E di qui l’idea dell’australiana Virginia Ryan di prendere tutte le foto e farle girare non solo per sostenere una tradizione pronta a cadere nel dimenticatoio ma anche per farne una campagna di sensibilizzazione contro il pericoloso dilagare del razzismo in Europa.
Paola de Ciuceis