LETTER FROM AN IMAGINARY MAN. Prima tappa del documentario di Matilde De Feo allo Slash music
La prima tappa napoletana della serie di eventi che accompagneranno la campagna di raccolta fondi e nuovi contenuti del progetto Letter from an imaginary man si terrà domenica 15 novembre alle19.00 allo Slash music. Letter from an imaginary man non è solo un documentario, ma un vero e proprio progetto multimediale della film maker campana Matilde De Feo, che dal 2012 con la sua Canon 05, dopo un episodio che l’ha particolarmente “segnata”, ha deciso di riprendere soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia…Il tema principale del suo lavoro è l’amore…lettere quindi di un amore romanico, ironico o doloroso, raccontato attraverso svariati punti di vista. C’è Mandarino che le lettere d’amore le scrive per lavoro nel suo furgone colorato su una strada provinciale del casertano, c’è una lettera nascosta in una bambola e trovata dal marito dopo la morte della moglie, c’è una storia d’amore conclusa eppure ancora viva nella fisicità di giochi di carta inviati per posta, dunque questo forte sedimento che molti di noi provano, o hanno provato almeno una volta nella vita, viene descritto in modo differente ma allo setto tempo unico.
Il documentario inedito di 41 minuti è stato prodotto nel 2015, da Mald’è e Giuseppe Beneduce in collaborazione con Marechiaro Film ed è già stato selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo nel concorso“Prospettive” del FilmMakerFest di Milano che si terrà tra il 27 novembre 6 dicembre. Per questo lavoro, che ha bisogno di essere sostenuto, è stata creata una campagna di comunicazione attraverso la piattaforma di crowdfunding Indiegogo, che a fronte delle sottoscrizioni corrisponde una serie di ricompense: dallo streaming del documentario, alla pubblicazione sui social di una lettera d’amore, fino alla possibilità di vedersi video-ripresa nello stile del progetto la propria storia o aggiudicarsi una quota in produzione diventando dunque protagonista del lavoro stesso.