LOVEPRESS SALUTA MORRIE TURNER. Il fumettista afro-americano promotore dei valori dell’integrazione
Ho sempre nutrito un particolare interesse per le culture africana ed afro-americana; mi affascina il modo in cui chi appartiene a queste culture vive il legame con la terra, con le proprie radici, con ciò che ci ha preceduto ed in quanto tale va tutelato e rispettato, come concepisce la lealtà, l’accoglienza e la disponibilità.
Mi sembra doveroso, quindi, salutare nello spazio di questa settimana uno dei più brillanti promotori di questo modo di vedere la vita, il primo fumettista afro-americano di successo venuto a mancare in California nei giorni scorsi, Morrie Turner.
Turner è il papà dei Wee Pals, una banda di vivaci piccoletti, nati nel 1965 e rappresentanti di tutte le etnie, religioni e culture, che affrontano la vita al grido di “Rainbow Power!”.
Proprio come i loro cugini, i Peanuts, Nipper e i suoi amici sono intelligenti e sorprendentemente saggi, più degli adulti, ma trattano anche gli argomenti impegnativi con ironia, e leggerezza.
Le strisce firmate da Turner diffondono attraverso le avventure dei piccoli Pals i principi dell’integrazione sociale, la cultura della non violenza, i valori positivi dell’uguaglianza e dedicano uno spazio speciale, il “soul corner”, a personaggi di origine afro-americana e non, che hanno raggiunto obiettivi importanti, o che hanno deciso di battersi per i valori che Turner sostiene e diffonde attraverso le sue strisce.
In questo riquadro dedicato in ogni striscia, uno dei bambini spiega agli altri chi è il personaggio ritratto da Turner, racconta la sua storia e spiega perché è importante conoscerlo. Sappiamo così, ad esempio, che Neil Degrasse Tyson è stato il primo afro-americano ad occupare il posto di direttore dell’American Museum of Natural History nel 1996; Turner ci ha raccontato anche di James De Preist, direttore afro-americano della Oregon Symphony Orchestra e nipote della celebre Marian Anderson la prima cantante di colore ad esibirsi, e di Bryan Schwartz che si è battuto per l’integrazione degli ebrei.
Questo simpatico omone ci lascia così, con il rimpianto di aver perso un altro grande dei comics, ma con la gioia di aver potuto godere della sua creatività e con la speranza che qualche giovane fumettista possa proseguire il percorso da lui iniziato.
Federica Di Maio