MARIO GIACOMELLI. A Roma una grande retrospettiva sul maestro del fotoreportage
Per la prima volta Roma ospita, a Palazzo Braschi, una grande mostra antologica su Mario Giacomelli (1925-2000), uno dei maggiori fotografi del Novecento e forse il fotografo italiano più amato.
L’esposizione (aperta fino al 29 maggio) raccoglie circa duecento fotografie in formato originale. Il titolo, oscuro e simbolico come la potente produzione artistica di Giacomelli, è indicativo: “La figura nera aspetta il bianco” è infatti un’immersione nell’arte, nella poesia e nella creatività di uno dei fotografi italiani più controversi. Protagoniste le serie più famose di Giacomelli: dai primi scatti sulla spiaggia di Senigallia ai “pretini” in festa, fino alle atmosfere fuori del tempo della realtà rurale di Scanno, e alla storia Un uomo, una donna, un amore. Parte centrale della mostra verte sul paesaggio marchigiano, vera e propria ossessione di Giacomelli e banco di prova di uno stile um caratterizzato dalla tensione drammatica e lirica tra bianco e nero. Per la sua opera si è parlato giustamente di realismo lirico, influenzato dall’informale pittorico.
Con la sua Kobell Pres (di cui venne prodotta un’unica serie in 500 esemplari) Giacomelli ha ritratto quasi senza volerlo cinquant’anni di storia italiana, catturandone l’essenza provinciale da una prospettiva disturbante e al tempo stesso molto umana, che più si fa astratta e più sembra cogliere il soggetto al di là delle maschere del pittoresco e dell’estetizzante.
L’evento è accompagnato da un libro pubblicato da Contrasto che alle immagini affianca i testi critici di Ferdinando Scianna, Christian Caujolle, Alistair Crawford, Goffredo Fofi, Roberta Valtorta, Paolo Morello e Alessandra Mauro.