NON MI AVRETE MAI. Quando Dickens nasce a Scampia
Voce roca, accento marcato, sorriso di chi la sa lunga, sulla vita. E quello sguardo acuto eppure buono, che più di un’espressione sembra una conquista. Gaetano di Vaio oggi è un produttore, un regista, la mente e l’anima di film come “Là-bas”, nel 2011 Leone del Futuro a Venezia. E la sua storia di ex ragazzo di strada diventa un romanzo di formazione atipico, pubblicato da Einaudi Stile libero big: “Non mi avrete mai” (pagg. 335, euro 17,50), scritto a quattro mani con l’amico regista e sceneggiatore Guido Lombardi. Il libro racconta – in prima persona e con un italiano pieno di incursioni dialettali, proprio com’è il linguaggio reale di Di Vaio – di un ragazzo di strada che dai furti di pneumatici si trova a vendere fino a tremila “dosi” al giorno nella piazza di spaccio a cielo aperto più grande d’Europa. Il suo alter ego narrativo Salvatore Capone detto “Stelletella”, sesto di dieci figli con padre disoccupato, si muove di fianco alla camorra, senza mai entrare nel “Sistema” e sperimenta tutte le forme di reclusione, dal riformatorio a Poggioreale, fino a trovare una strada diversa. Il racconto finisce dove la vita nuova inizia, ed è in sé edificante, anche se crudo, e all’apparenza disincantato. Vale la pena leggerlo, questo libro, e magari di vederlo tradotto in altre lingue: perché Di Vaio ha il dono – raro nella vita, come nella letteratura – di arrivare dritto al dunque, senza buonismi, senza mezzi termini, e di svelarci la realtà ai margini della strada come un moderno Dickens, nato a Scampia.
Ida Palisi