TELECOM. Cade l’ultimo baluardo tricolore della telefonia
C’era uno spagnolo, un inglese e un russo. Quasi verrebbe da raccontarlo così, come la peggiore delle barzellette, il valzer delle compagnie telefoniche italiane. Telecom Italia cambia bandiera, ed era l’ultima alla quale poter rimanere aggrappati, in un campanilismo senza fine. I conquistadores arrivano non da troppo lontano: sono spagnoli e si portano a casa un pezzo di storia italiana. La compagnia telefonica guidata da Franco Bernabè infatti finisce nell’orbita di Telefonica. L’accordo è stato raggiunto nella serata di lunedì scorso ed è stato ufficializzato la mattina seguente. Lo hanno fatto di notte quando il Paese dormiva, quasi a sentirsi in colpa. Al termine di una complessa operazione Telco, la holding che controlla il 22% circa della società di telecomunicazioni italiana e che ora fa capo a Generali, Intesa, Mediobanca e Telefonica, passerà nelle mani del gruppo spagnolo per meno di 850 milioni di euro. Con questa operazione dunque, finisce in mani estere anche l’ultimo operatore telefonico operante in Italia. Le altre compagnie presenti nella Penisola sono infatti tutte da tempo sotto il controllo straniero: Vodafone, venduta ai tedeschi quando si chiamava ancora Omnitel, a sua volta ceduta agli inglesi, Wind, dal pubblico (Enel) passata prima agli egiziani poi ai russi. Poi c’è la Tre: oggi in mano cinese e infine Fastweb, proprietà degli svizzeri. L’ultimo ricordo lo affidiamo ad vecchia pubblicità nella quale un viaggiatore disperso, chiede come ultimo suo desiderio di poter effettuare una chiamata ad amici e parenti, con il famoso motto: “Una telefonata allunga la vita”. Un motto, che evidentemente è valso per i clienti, un po’ meno per la compagnia.
Valerio Esca