TWITTER. Un cinguettìo che vale milioni
Con un cinguettio che ha avuto l’eco di un tornado il social del momento Twitter ha fatto il suo esordio in bosa. Ormai è passata più di settimana, ma il d-day è stato talmente memorabile che in rete se ne parla ancora. Due minuti dopo le 17, ora di New York, si intende, Twitter ha spiccato il volo sulla piazza più importante. i nostalgici avranno ricordato quando successe lo stesso con Facebook,. E anche questa volta gli esperti hanno iniziato a dare i numeri. Un mare di numeri. Dall’apertura della borsa, a quota 26 dollari in pochi minuti si è passati a più di 50, facendo segnare un picco positivo del 92%. Poi una piccola fase down prima di assestarsi, alla chiusura di Wall Street, a un valore per azione è di 44,90 e quindi un +73%. Che significa? Che mentre aziende che producono cose reali, come scarpe, auto, frigoriferi ecc. ecc. chiudono i battenti, la società dell’uccellino farà registrare a fine 2013 guadagni per circa 583 milioni di dollari. Il che non è un male, sia chiaro, ma suona un po’ starno a chi vive nel mondo reale. Eppure è la legge del mercato, se fai qualcosa che 240 milioni di persone usano fai anche i soldi. E non importa che la tua azienda produca Tweet, o cinguettii, che dir si voglia. Certo, come in tutte le storie che si rispettino, e che un giorno diventeranno magari il copione di un film hollywoodiano, anche in questa non è mancata qualche ombra. Rumors su possibili manovre poco chiare per far schizzare il titolo alle stelle, denunce e tutto il resto. Ma alla fine che importa, è questo il mondo nel quale viviamo, no? Un mondo nel quale un uccellino fatto di byte vale più del lavoro di un operaio, una realtà nella quale il valore di un’idea si misura retweet o, a seconda dei gusti in Like.
Raffaele Nespoli