VIOLETATA IN CLASSE. L’erba del vicino è sempre la più verde?
L’erba del vicino è sempre la più verde! Salvo poi avvicinarsi, guardare meglio, e scoprire che il verde non è tanto brillante e che forse, tutto sommato, il nostro prato non è così male. E’ quello che viene da pensare leggendo la storia di una giovane studentessa Usa, vittima di uno stupro e di una gravissima ingiustizia. Tutto risale al 2010, quando la giovane studentessa è stata violentata da un compagno in un’aula di musica. Un rapporto consensuale secondo la scuola, e così, vittima e carnefice sono stati espulsi. Oltre al danno, per la giovane, la beffa: entrambi sono finiti nello stesso istituto, dedicato ad alunni con problemi di comportamento. «Mi hanno costretta a continuare a vederlo. Tutti i giorni finché non ho lasciato anche quella scuola», racconta. La giovane però non si è mai persa d’animo e, un anno e mezzo dopo lo stupro, è riuscita a ottenere una prima vittoria quando l’ufficio dei diritti civili del dipartimento dell’educazione ha costretto il liceo ad aprire un’indagine interna e, come richiesto dalla stessa ex studentessa, a cancellare il suo nome dell’elenco degli studenti costretti a frequentare una scuola riservata a chi ha problemi comportamentali. La storia che sta facendo discutere gli Stati Uniti dovrebbe far riflettere anche noi. Sempre pronti a sparare a zero sui nostri insegnanti, “assenteisti”, “demotivati”, “fannulloni”. Magari in alcuni casi sarà anche così, ma a pensarci le nostre scuole sono ancora luoghi sicuri e sani. Veri e propri paradisi se si guarda a quello che succede negli Usa e nel resto d’Europa.
Raffaele Nespoli